L’intento dell’Autore è quello di combattere alcuni dei luoghi comuni che sono stati tra i più dannosi per l’immagine nel mondo della rivoluzione fascista, soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale. Dal 1945 il fascismo è stato visto quasi esclusivamente come un movimento di destra, reazionario e conservatore, connotato da una valenza politica da declinare solo in chiave anticomunista. Mediante un’attenta disamina del peculiare significato dei termini “destra” e “sinistra”, spesso strumentalizzati dalle circostante politiche e ambientali, e un’accurata ricostruzione storica e concettuale del “neofascismo” in generale e della vicenda storica e politica del Movimento sociale in particolare, l’autore intende collocarsi sulla scia di una serie di studi che hanno come oggetto il fascismo come movimento di sinistra, così come ebbe a definirlo l’insigne storico Renzo De Felice, e come forma peculiare di socialismo. Alternativa sia al liberalcapitalismo che al collettivismo comunista, con il quale tuttavia l’Autore individua parecchie contiguità.
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