Nicola Turchi - Le religioni misteriche del mondo antico
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«La salvezza è sempre, come in tutto il paganesimo, ottenuta attraverso la conoscenza, ma una conoscenza che non è più meramente razionale, bensì mistica, una visione della divinità, un'illuminazione che viene dalla divinità o direttamente o attraverso entità sue ministre. Ora la visione della divinità, la unione con essa è appunto lo scopo supremo dell'iniziazione, è la garanzia di beata immortalità che i misteri hanno sempre promesso agli adepti. Perciò una trattazione del misticismo greco-romano deve necessariamente rifarsi ai misteri e spiegarne l'organizzazione perchè in essi si trovano quegli spunti che poi si riscontrano nelle correnti filosofiche e religiose del tempo: neopitagorismo, neoplatonismo, ermetismo, gnosticismo, teosofia. Le quali tutte, nonostante la nobiltà degli intenti, hanno dovuto cedere di fronte al cristianesimo perchè hanno, in fondo, considerato la salvezza come una conquista del pensiero, anzichè come il premio di un atto della volontà, come la totale adesione del proprio essere che insieme suppone il consenso della mente e l'ardore del cuore.»
Nicola Turchi, storico delle religioni (Roma 1882 - ivi 1958); tra i primi cultori degli studî storico-religiosi in Italia, insegnò storia delle religioni come libero docente e incaricato, a Roma e a Firenze; fu redattore dell'Enciclopedia Italiana. Rimasto sostanzialmente estraneo alla problematica del modernismo, indirizzò i suoi studî specialmente nel settore della religione romana; ma svolse anche attività divulgatrice d'alto livello, comprendente l'intero campo della storia delle religioni.