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Quando l'Italia finalmente fu unificata, uno dei protagonisti di tale impresa, Urbano Rattazzi, non condividendo i metodi machiavellici di Cavour ebbe a dire: "S'è fatta l'Italia, ora bisogna fare gli italiani". Era il 1861.
E' stato detto spesso - e a ragione - che la storia viene scritta dai vincitori e il nostro Risorgimento non fa eccezione. I vincitori furono il liberalismo e la massoneria, i Savoia e gli anticlericali, i ricchi e gli arricchiti, le lobby protestanti straniere, il laicismo e la secolarizzazione a tutti i costi, l'odio alla Chiesa e al prete.
La storia risorgimentale che questo libro cerca di raccontare è vista dalla parte degli sconfitti: il federalismo, la Chiesa e i cattolici, i contadini e gli operai, il popolo e i poveri, la giustizia sociale e la tradizione cristiana e cattolica.
Per capire gli avvenimenti drammatici e la confusione politica e sociale di oggi bisogna andare alle basi della nostra convivenza, al periodo in cui, per citare Urbano Rattazzi, fatta l'Italia si dovette cercare di "fare gli italiani".