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Tra Settecento e Ottocento, nell’ambito del rinnovato (del resto mai sopito) interesse dell’Occidente verso la storia e le culture dell’Oriente si colloca la figura dell’orientalista italiano Antonio Raineri Biscia (1780-1839). Di famiglia aristocratica tosco-romagnola, di solida formazione culturale, con approfonditi studi classici, Raineri Biscia aveva un patrimonio di conoscenza linguistica che comprendeva oltre che l’inglese, il tedesco e lo spagnolo, l’arabo, l’ebraico, il persiano, il turco e l’aramaico. Dopo un avventuroso viaggio che in gioventù lo portò dall’ Anatolia, in Persia, in Arabia fino all’ Egitto e all’ Etiopia, Raineri Biscia si dedicò con passione fino alla sua morte a studi e ricerche sulle culture d’Oriente, stringendo rapporti non solo con l’elite culturale del tempo, ma anche con alti esponenti della classe dirigente politica non solo degli stati preunitari italiani ma anche estera, guadagnandosi ovunque stima a ed apprezzamento