

prefazione di Mario Michele Merlino
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Il Giappone, malgrado lo si ritenga un protagonista del progresso, è stato preda della modernità, sul cui altare ha sacrificato i propri usi e costumi, in buona sostanza la sua Tradizione. Di ciò Yukio Mishima era perfettamente consapevole, come, del resto, sapeva che serviva un «antidoto», così da estirpare dal Paese le perniciose influenze occidentali. Il celebre scrittore nipponico individuò nell’acciaio del corpo la migliore forma di lotta. Una
battaglia, la sua, che non era però semplice eversione, bensì frutto di un ragionamento vigoroso che mirava a rivitalizzare lo spirito antico del Giappone medievale. Perciò, oggi è quanto mai necessario sostituire la parola «Politica» con «Estetica» nel campo degli studi mishimiani. Chi indaga Mishima rifiutando preconcetti di sorta, scopre in lui un intellettuale antiborghese, in possesso di una raffinata vena provocatoria. L’intento di questo libro è principalmente quello di offrire una disamina esaustiva e informata della visione estetica, alla insegna dell’azione, in Mishima, in modo da portare l’esegesi dell’autore finalmente a
uno stadio scevro di quei pregiudizi che hanno spesso influenzato la interpretazione dei suoi scritti, per ribadire che il suo è stato sì, un universo tragico, ma pur sempre intriso di una ansiosa vocazione creativa.