Daniele Vecchi - Federico ovunque
Dal sangue sul selciato agli striscioni rimossi dagli stadi: il caso Aldrovandi e la storia mai raccontata di una battaglia per la giustizia, la memoria e la verità
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Federico Aldrovandi aveva solo diciotto anni la notte in cui, per le strade solo apparentemente tranquille di Ferrara, incrociò il suo destino con quello di una pattuglia della polizia. Era il 25 settembre del 2005 e, da quel momento in poi, mentre Federico – picchiato a morte – veniva costretto a restare un ragazzo per sempre, un’incredibile macchina del fango provò in tutti i modi a screditare la sua figura, aggiungendo dolore al dolore già immenso che i rappresentanti dello Stato avevano provocato ai genitori e agli amici di Federico, come a tutti i familiari delle tante vittime mietute dalle forze dell’ordine in Italia. Contro questa particolare razza di speculatori, fatta di benpensanti, giornalisti prezzolati e politici reazionari, la storia di Federico Aldrovandi viene raccolta, protetta e raccontata dal basso. In modo particolare, negli stadi di mezzo mondo – a cominciare da quello di Ferrara grazie ai supporter della Spal, la squadra del cuore di “Aldro” – il volto di Federico diventa un vessillo capace di sfidare il cielo insieme ai divieti con cui la polizia tenta di rimuovere le bandiere che ricordano l’atroce delitto. Federico ovunque nasce per raccontare questo ennesimo scandalo ma anche per festeggiare la determinazione con cui una parte importante del movimento ultras ha sfidato la legge in nome della verità e della giustizia per Aldro e tutte le vittime degli abusi in divisa.
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