Diego Mariottini - Tutti morti tranne uno
Morire di tifo in Italia: dalle origini a Gabriele Sandri
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Dal dopoguerra in poi, il calcio è uno dei principali detonatori sociali. Nel corso dei decenni, il tifo diventa un fattore di primaria importanza in termini di aggregazione e di orientamento politico. Dagli anni Sessanta fino alle recenti cronache, nel nostro Paese si muore per seguire la propria squadra. In tutte le altre realtà europee il problema degli ultrà è stato risolto, o quanto meno, depotenziato. In Italia, invece, malgrado i proclami della politica, va sempre peggio. Perché? Tutti morti tranne uno riprende e amplia fino alle estreme conseguenze il discorso lasciato in sospeso dal precedente libro, Ultraviolenza. Le 13 vicende presenti in questo nuovo libro sono raccontate senza omissioni, con i contributi di molti degli interessati e con la chiarezza di chi non gira intorno alle parole. Il calcio copre affari illeciti, delinquenza comune e organizzata, omertà, trame politiche, malagiustizia... L'autore è un fedele reporter di fatti e parole. Si esprimerà solo nel capitolo finale.
La violenza cambia nei modi, per condurre i fatti sempre agli stessi risultati. Morte, impotenza da parte della giustizia, inadeguatezza e ipocrisia da parte dei governi che si sono succeduti nel tempo.
Gli ultrà sono in tutto e per tutto prodotti di questa società. In Italia si è lontani da una soluzione che vada oltre un senso apparente di ordine pubblico. Calcio e politica temono gli ultrà, li coccolano, se li tengono buoni. Forse un giorno se ne libereranno, quando la loro presenza non sarà più ritenuta inevitabile. Ma per ora questa appare una missione impossibile. Troppi interessi di varia natura sembrano ostacolare un'operazione di tale complessità.