Tre ragazzi a Roma tra il 1977 al 1983 Conosco Giorgio da anni e spesso ha cercato di convincermi che la sua storia nelle mie mani sarebbe diventata un grande libro. Un giorno mi ha aperto con orgoglio una cartellina ingiallita piena di volantini e articoli di giornale vecchi di quarant'anni. E con tono entusiastico ha ribadito "abbiamo una grande storia in mano. Un libro che non ha scritto nessuno." L'ho lasciato parlare. Le parole di Giorgio non avevano una cronologia, i racconti non erano collegati, mi ha inondato di flash. Non c'era però confusione. Il suo era un ricordo vivo, pieno di dettagli, di volti, di nomi, di situazioni vissute. Quelle parole hanno colpito la mia mente. Ho messo nero su bianco le frasi e i ricordi della sua vita e quella di tanti altri giovani romani. Il ricordo di una generazine e di come ha vissuto la passione politica, ma anche come vestivano, quali programmi televisivi vedevano, quali canzoni ascoltavano, quali locali frequentavano. Un ricordo a tutto tondo. Ecco cosa voleva dirmi Giorgio quando mi aveva parlato del "libro che non ha scritto nessuno".